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Trento, 14 marzo 2011
Ecco perchÉ si deve puntare sulle rinnovabili
di Lucia Coppola
consigliere comunale Verde, delegata alle energie rinnovabili del Comune di Trento

da l’Adige di lunedì 14 marzo 2011

Credo possa essere di qualche utilità inserire all'interno dell'approfondito dibattito innescato dal decreto del governo sulle energie rinnovabili, che potrebbe paralizzare il settore, qualche informazione sul senso e sul significato del produrre energia pulita nel nostro Paese. Un cittadino degli Stati Uniti consuma energia come due europei, come 6 cinesi, come 2 indiani, come 70 abitanti del Kenya: se tutti vivessero e consumassero come gli statunitensi il nostro pianeta potrebbe sostenere al massimo 1,4 miliardi di abitanti, ma noi sappiamo bene che a oggi siamo 6,8 miliardi di persone.

Dunque non ci sarebbero sufficienti energia, cibo e risorse per tutti. Lo stile di vita americano, ma anche quello europeo, sono perciò insostenibili se inseriti in un contesto mondiale. Si tratta di modelli che reggono solo perché fondati su disuguaglianze enormi e inaccettabili tra paesi ricchi e paesi poveri. Ma, a prescindere dal dramma delle disuguaglianze, è bene ricordare che nel 2050 la popolazione mondiale sarà di 9 miliardi di persone, dati Onu, mentre nei prossimi 20 anni oltre due miliardi di persone, che oggi ne sono escluse, dovranno avere accesso a fonti energetiche di varia natura. Dunque, per evitare il collasso della civiltà umana sarà indispensabile una profonda trasformazione dei modelli culturali e di consumo delle risorse dominanti.

Perché in un quadro così preoccupante il ricorso alle energie rinnovabili diventa strategico e irrinunciabile? Prima di tutto perché non si esauriscono e non inquinano; in passato le abbiamo sfruttate poco, ma la vera domanda: è perché non le utilizziamo di più adesso ed anzi, con decreti come quello di cui si sta discutendo, si pregiudica seriamente il futuro energetico e imprenditoriale del paese?

Per sommi capi, la geotermia permette di scaldarsi e produrre elettricità con il calore della Terra. A Lardarello, l'Enel Green Power, uno dei più grandi complessi geotermici del mondo, con 31 impianti, produce circa 700 Megawatt che producono a loro volta oltre 5 miliardi di Kwh l'anno (il consumo di circa due milioni di famiglie italiane), riscaldano circa 8.700 utenze e 25 ettari di serre. E si sta esplorando la possibilità di integrazione con impianti solari termici che riscaldano il fluido in arrivo dai pozzi ed aumentano la produzione di vapore. Si sfrutta la differenza di calore fra il terreno o la falda idrica e l'aria abbattendo la spesa per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici dell'80%. In Italia si costruiscono circa 1.000 impianti all'anno (una pompa di calore per una villetta costa circa 15mila euro), ma nel Nord Europa sono ormai oggetti di uso comune. L'eolico è cresciuto in Italia velocemente, passando dai 400 Megawatt installati nel 2006, ai 1.200 del 2009. I problemi derivano da una informazione non corretta, dall'intervento delle mafie negli appalti e nella costruzione, da impianti che non sono ben inseriti nel paesaggio, dal blocco dei finanziamenti delle banche a causa dell'incertezza sugli incentivi.

Ma non andare in questa direzione, come prevede l'applicazione della normativa europea, potrebbe significare trovarsi con impianti a combustibili fossili che sommano i danni a paesaggistici a quelli sanitari. Il fotovoltaico è la fonte rinnovabile, con i pannelli solari, a più alta crescita; la potenza installata nel 2010 è stata doppia rispetto a quella del 2009. La risposta dei consumatori in Italia e in Trentino è molto alta. In Germania ha creato un mercato Green che in 20 anni di costante impegno ha regalato centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro (circa 25 mila nuovi posti l'anno). In Italia abbiamo un terzo di insolazione più della Germania e, sino a questo momento, incentivi più alti, ma il mercato è quattro volte minore. Il sistema è ancora lento farraginoso, incerto, come si evince dalle ultime, incaute iniziative governative. Inoltre, un sistema di leggi nazionali e locali si intersecano e si superano ingenerando confusione.

È indubbio che è necessario, sul tema delle energie rinnovabili, accelerare e crederci di più anche perché, in questo panorama, il Trentino è la regione con la più alta percentuale di impianti fotovoltaici sui nuovi immobili (circa il 20%). Anche per questa ragione è importante battersi contro il decreto che cancella gli impegni sulle rinnovabili, provocando, tra il resto, la reazione delle banche estere che hanno dichiarato di considerare inaffidabile l'Italia per i continui voltafaccia sugli impegni per l'energia pulita.

La crisi aperta riguarda in egual misura operai, imprenditori e privati cittadini, che si sono mobilitati in questi giorni al grido di «Vogliamo il sole, non vogliamo la luna», perché va ricordato che le energie rinnovabili nel 2010 hanno dato all'Italia più di 140mila posti di lavoro e il 24% dell'elettricità. Il Presidente del Consiglio ha ritenuto, a fronte della protesta diffusa, di chiarire che i timori, per coloro che hanno investito nella Green Economy, sono ingiustificati, infatti tra poche settimane sarà ridefinito il nuovo quadro normativo sugli incentivi. Tuttavia ritengo che, anche a livello di amministrazioni locali, non si debba abbassare la guardia, moltiplicando le occasioni di confronto interistituzionale (Comuni, in particolare Trento, e Provincia), con il mondo imprenditoriale (produttori, costruttori, installatori), e con le associazioni di settore, fornendo ai cittadini, che intendono investire in questo settore, informazioni e consulenze. Sono passati 27 anni dalla legge 308 che parlava di rinnovabili e ben tre piani energetici, e non possiamo pensare che il nostro Paese, con l'attuale compromissione di molti equilibri nella geo politica del mondo, rimanga prigioniero di carbone, petrolio, gas, fonti peraltro in via di esaurimento.

Quanto al nucleare, il disastroso terremoto in Giappone ha posto con forza il tema della sicurezza per le popolazioni, che si aggiunge a quello dello smaltimento delle scorie, ai costi immani delle centrali e, per finire, al destino ormai segnato dei giacimenti di uranio, il cui picco è previsto nel 2020 e che poi comincerà inesorabilmente a decrescere. La scadenza del 2020, con gli obiettivi europei da raggiungere (-20% di CO2 in atmosfera, -20% di consumo energetico, +20% di energie rinnovabili), si avvicina a grandi passi. Che vogliamo fare?

Lucia Coppola
Consigliere comunale Verde, delegata alle energie rinnovabili del Comune di Trento

 

      Lucia Coppola

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vedi anche:

i 4 referendum del
12 e 13 giugno 2011

iniziative verdi

Campagna referendaria contro il nucleare e sull'acqua bene pubbico
Le iniziative a Trento

 

   

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